«Cortevecchia
era un'azienda abbandonata... non c'era niente... i casali erano
fatiscenti... era un posto di caccia... trasformato
ristrutturandolo in agriturismo... cercando di sposare la vastità
dell'azienda; sono circa 2300 ettari di terra ». A raccontare la
storia di Cortevecchia è il Dottor Montanari, l'ottantenne
fantasioso proprietario e direttore dell'azienda biologica,
zootecnica, faunistica, venatoria, agrituristica «Cinque Spighe»
di Cortevecchia. Felicemente sposato con Nicoletta (innamorata dei
fiori e autrice delle splendide ceramiche che decorano l'azienda)
dal 1948, con 3 figli, è ricco di progetti anche per il futuro.
Da alcuni mesi ha attivato una convenzione con l'Opera Romana
Pellegrinaggi per il progetto Efrem, che si rivolge a
persone che si sono da poco ritirate dal lavoro. Il tempo liberato
dall'occupazione lavorativa diviene il mezzo per migliorare le
relazioni sociali con parenti e amici, leggere libri (a proposito
all'ospite che arriva a Cortevecchia è offerto in omaggio un
libro che si può scegliere tra quelli esposti in una vetrina
della reception). Il progetto Efrem - dal nome di san Efrem
il Siriano (306-373), che si era soffermato a riflettere sulle
varie fasi dell’esistenza dell’uomo - si rivolge a chi,
superati i cinquant’anni, va verso una nuova primavera dell’esistenza,
caratterizzata da molto tempo libero da dedicare alla coltivazione
di interessi e hobby. Efrem è un soggiorno attivo, è un
punto di partenza, è un luogo di incontro tra Seniors e modelli
di vita, tra persone ed opportunità, per ripensare il modus
vivendi, in funzione del proprio benessere. È una formula
innovativa di ospitalità, durante la quale, attraverso un
percorso dinamico di incontro e scoperta, si origina in ciascuno
la spinta a vivere, con nuove modalità e approcci, la propria
condizione con gioia e serenità. Il progetto Efrem
è stato presentato giovedì 23 marzo, presso la sede dell’Opera
Romana Pellegrinaggi in via della Pigna 13/a Roma. Sono
intervenuti, tra gli altri, l’amministratore delegato mons.
Liberio Andreatta, la senatrice Maria Grazia Sestini,
sottosegretario al Ministero del Welfare e il Dott. Donato Greco,
direttore generale della prevenzione sanitaria, presso il
ministero della Salute e i promotori del progetto. Al termine
della conferenza stampa è stato offerto un rinfresco con
degustazioni tipiche maremmane, offerte dagli operatori locali che
collaborano al progetto Efrem, tra cui l’Associazione Strada dei
Vini Colli di Maremma. A tutti i presenti inoltre è stato offerto
un piccolo omaggio tipico del territorio toscano.
Il programma, della durata dei 15 giorni, mira a valorizzare la
terza età, finalmente libera dalle pressioni e dagli impegni
quotidiani, per diventare una preziosa risorsa per sé e per gli
altri: prevede infatti attività motoria quotidiana (palestra,
piscina, passeggiate ed escursioni); itinerari culturali
(enogastronomia, storia e archeologia etrusca, ambiente e natura,
terme e salute); seminari a tema (per la prevenzione sanitaria e
la cultura alimentare e motoria); attività ricreative e
culturali; assistenza spirituale.
All’esperienza spirituale sono abbinati nel progetto Efrem
modelli di vita relativi alla valorizzazione delle proprie
relazioni sociali, alle opportunità di attività di volontariato,
alla cultura del viaggio e della scoperta, alla cura del proprio
corpo attraverso le attività motorie specifiche e una
alimentazione mirata, alla diffusione delle iniziative culturali
per la terza età, alla cura dei propri hobby, alla conoscenza
delle opportunità e servizi atti a migliorare la condizione di
vita pratiche ed economiche degli anziani. Le partenze in
programma per il 2006 sono: 29 aprile; 13 e 27 maggio; 10 giugno;
2, 16 e 30 settembre; 14 ottobre.
Il progetto Efrem è realizzato dall’Opera Romana
Pellegrinaggi, nell'ambito degli Itinireri dello Spirito, in
collaborazione con enti ed istituzioni competenti tra cui il
Centro Sportivo Italiano, l’Università Cattolica del Sacro
Cuore, 50&Più Fenacom, l’Associazione Nazionale Università
della Terza Età, Auser, Club3 e iPost (fonte
Korazym).
L'azienda si estende a perdita d'occhi in Toscana ai piedi
del Monte Amiata in terra di Grosseto fino al confine con la
provincia di Siena. Il fiume Fiora l'attraversa in tutta la sua
estensione, fra oliveti vasti boschi adagiati su dolci colline da
250 a 270 metri s.l.m. 25 km di strade si snodano all'interno
della proprietà oltre ai numerosi sentieri che si possono
percorrere a piedi, a cavallo o in mountan bike.
Sul
posto aveva scritto nel 2003 Andreina De Tomasi (I
viaggi di Repubblica):
A
furia di cercare le nostre radici, andare a toccare terra per
sentirci meno artificiali, e trasformarci, almeno negli
agriturismi, in bucolici vacanzieri, va a finire che torneremo
alle epoche feudali. Anzi, è già successo. Nella Maremma toscana
(e dove altrimenti?) è riemersa dal passato un'isola ferma nel
tempo, un antichissimo feudo, quasi un museo rurale. È "Cortevecchia",
il più grande agriturismo d'Italia: 2300 ettari ai piedi del
Monte Amiata. Una sterminata azienda agricola, con mille capi di
bestiame, tra vacche maremmane, pezzate rosse e cavalli di razza,
altrettanti animali selvatici, daini, scoiattoli, caprioli,
cinghiali. Una vera oasi biologica. All'interno, 25 chilometri di
strada bianca uniscono 80 casali, (per ora dieci sono
ristrutturati) e poi ristoranti, piscine, tennis, maneggio, campo
di squash. Colline e vallate che si rincorrono a perdita d'occhio,
con 8000 ulivi, un frantoio a pietra, un pastificio. Il
proprietario di questo paradiso è Montanari che a 80 anni
suonati ha deciso, con lieta audacia, di cambiar vita e dedicarsi
all'ospitalità agreste, aiutato dalla moglie Nicoletta e dal
figlio Marco Fabio.
Famiglia
cristiana nel 2004 dedicò all'azienda un sevizio speciale di
Liliana Mapelli nella rubrica "Tempo libero Week-end"
(27/2004 - p. 132-133).
Il
compito di Cortevecchia: l'esperienza e i percorsi di vita per
creare un agriturismo di qualità curando "l'atmosfera"
del luogo. All'interno della Villa, il centro di Cortevecchia sono
stati realizzati ampi saloni, una raccolta di importanti opere
d'arte: «Sono cose che ho comprato nella mia vita», dice,
entusiasta Vittorio Montanari. Le varie collezioni comprendono
opere di Carlo Levi, Manzù, Turcato, Proietti, Marx
Srurt e Jean Arp.
Le
Camere da letto sono a tema... Ogni camera dice, racconta, ricorda
qualche cosa. A distanza di tempo visitatori ospiti si ricordano
della camera dove sono stati: I pittori russi, Teatro degli anni
20, Barba capelli e..., Gli anni cinquanta, Cesare e Cleopatra,
Napoli com'era, 1900 -1960 L'alta Moda, Tarot Belline, Delle
Invenzioni di Tullio Paz, Corriere dei Piccoli 1960, Desiderio Sotto
gli Olmi,Teatro Anni30, Teatro
Anni40, Teatro Irma la dolce, Teatro Anni50, Teatro Anni20, Codex
Seraphinianus Metamorphosis...
Anche
alcune sale del ristorante sono a tema (illustrati con
simpaticissimi quadretti in ceramica): una è dedicata alla
"Donna Sole". Per i seguaci di Zarathustra il sole con il
volto di donna era la manifestazione del Divino e per questo motivo
le effigi della Donna Sole, ricamate prima del matrimonio
vegliavano all'interno delle case affinché la nemica delle tenebre
ispirasse alle giovani coppie pensieri, parole e opere in armonia
con la perfezione del creato. Un'altra saletta raccoglie
quadretti con i simboli delle contrade. Infine, una terza
saletta raccoglie scene riguardanti l'ottobre dell'anno 1066 d. C.,
quando la flotta del duca Guglielmo di Normandia, attraversata la
Manica, sta sbarcando In Inghilterra. L'evento è raccontato sulla
tapezzeria lunga 70 metri della regina Matilde a Bayeus.
Nel
giardino c'é una lapide con la storia di Cortevecchia: «Questa
Terra, tra Amiata e Maremma che ha nome Cortevecchia, erede della
Paleocristiana "Curia Vetus" e del Medioevale "Castro
Vetere", dopo l'età longobarda appannaggio degli
Adolbrandeschi, veniva menzionata negli anni 1240-1241
allorché le milizie imperiali di Federico II di Svezia accampato a
Cortevecchia, stava assaltando le rocche guelfe di Sorano e Sovana
ai danni di Guglielmo il Gran Tosco. Ricordata nel 1276 con la Pieve
di Santa Maria, la canonica e il cimitero e nell'anno 1286 con il
Castellare di Grossetello degli Adolbrandeschi di Santa Flora
passava nell'anno 1439 ai Conti Sforza Attendolo. Con la
soppressione del fondo Granducale nel 1787 cedeva la sua
giurisdizione a Cellena. Agli inizi del XX secolo divenne centro di
una grande miniera mercurifera. Oggi è una grande azienda agricola,
biologica, zootecnica, agrituristica: una sosta lungo il cammino per
un vero benessere della persona in un mondo che cambia» (di Mons.
Ippolito Corridori - Archivista della diocesi di Pitigliano - 2004).
Di
fronte alla villa si trovano due sale congressi, con all'interno un
antichissimo organo del 1500, un grande gallo in ferro battuto opera
dei fratelli Savi, un portale di pietra ripreso dall'Abbazia di
Fossanova dal luogo del "Transito di San Tommaso",
una cancellata del 1600 con dietro un olio su tavola (mt. 4x3,40)
della Resurrezione.
l'affresco
di Cortevecchia
il
quadro originale
"La
resurrezione di Cristo" riproduce l'affresco di Piero della
Francesca del 1463-65 esposto nella Pinacoteca comunale di
Sansepolcro. La novità di Cortevecchia è nell'aver raffigurato ai
piedi del quadro degli osservatori del nostro tempo che invitano con
la loro attenta espressione a contemplare nella fede il grande
evento della salvezza cristiana.
Ai
piedi dei terrazzi della Villa si trova il rinascimentale Teatro di
Verzura e il giardino all'Italiana.
Il
Rinascimentale Teatro di Verzura e il Giardino all'Italiana
Nei
periodi di vacanza "i signori" del 600 e 700 lasciavano la
città per trasferirsi in "Villa" e nel teatro all'aperto,
fatto con piante verdi organizzavano danze, concerti e spettacoli
teatrali per la delizia di tutti e sopratutto delle loro
"donne". La struttura organizza durante il periodo
estivo una serie di iniziative all'aperto con cene e musica barocca.
All'interno
del giardino si trova la statua "Moscoforos": rappresenta
un antico ateniese di nome Rombos, ricco e pio uomo di campagna,
raffigurato nell'atto di avanzare con fare lieto per offrire in dono
un vitellino alla dea Atena. I suoi occhi luminosi ed un sorriso
umano rendono vivo il suo viso sincero. È una copia dell'originale
greco.
Vicino
alla villa si trovano la piscina e il casale Ripacci con accanto una
stalla fienile trasformata in un regolamentare campo di "Squash".
Lungo
le strade bianche si incontrano dei piedistalli a basamenti sui
quali si vedono antichi attrezzi agricoli andati in pensione che
sono ammirati a memoria.
Nei
percorsi e nei boschi si possono incontrare asini amiatini, vacche
maremmane, lepri, istrici, falchi, cavalli maremmani allo stato
brado, volpi, daini, muffoni, pecore, caprioli, sissi, gufi,
donnole, tassi, cinghiali, polli galline oche...
Cortevecchia
produce bovini da carne (Limousine e Maremmane) vendute in due
negozi di Semproniano e Abbadia San Salvatore, dove si possono
acquistare anche le carni suine, gli insaccati, l'olio biologico
extravergine d'oliva (tutti prodotti dall'azienda).
Altri
gruppi di case sono presenti nella tenuta; nei mesi estivi è aperto
anche un maneggio. Un'area è destinata anche alla gestione di un
frantoio e di un pastificio. Gli edifici sono dotati di un
teleriscaldamento centrale a biomasse: un impianto semplice, moderno
ed ecologico. Le caldaie producono acqua calda che, attraverso
tubazioni coibentate scalda la struttura di Cortevecchia. Le
caldaie bruciano i noccioli delle olive, gusci di pinoli, nocciole e
legna minuta di sottobosco. Con l'uso di questa nuova tecnologia il
costo complessivo del riscaldamento si riduce del 50% circa rispetto
a quello ottenuto con il gasolio.
Un
panorama eccezionale si può osservare dalla "Casa Cerro"
(in questo luogo si rifugiano spesso in cerca di tranquillità anche
alcuni personaggi famosi del mondo dello spettacolo).
Nelle
immediate vicinanze di Cortevecchia si possono visitare vari
splendidi luoghi: Sovana con all'interno della chiesa romanica del
1100 di Santa Maria Maggiore, una delle opere pre-romaniche più
rare al mondo (un Ciborio dell'anno 700); le tombe etrusche,
Pitigliano, Sorano, il Monte Amiata; l'Abbazia di Sant'Antimo;
Montalcino; il lago di Bolsena, Vulci, Orvieto, tutta la Val di
Chiana e Pienza.
Cortevecchia è piena di vita. L'accoglienza è molto curata.
L'entusiasmo di Montanari e dei suoi collaboratori, che sono le
colonne di Cortevecchia, il direttore Ferini, Lucia, Cristina, Renzo
e Ilvo addetti all'accoglienza,testimonia una grande serietà e resta impresso nell'animo
dei visitatori. Tutto si svolge in un'atmosfera diversa da quella
nella quale abitualmente viviamo. Infatti quei grandi spazi,
dominati dalla natura, dispongono le persone ad essere più
pazienti, ad avere meno fretta e ad essere più disponibili alla
cordialità dei rapporti senza mettere a rischio la propria
intimità privata. All'interno di un giardino si trova collocato un
orologio di un'antica torre campanaria del 1660: l'orologio è fermo
come a voler trattenere nell'animo, senza farlo scorrere, il fascino
del soggiorno a Cortevecchia...
una
poesia
Cortevecchia...
Tra
l'Amiata
una
cascata
colori
accesi
passano
i mesi
tra
Maremma
un
tema
a
Cortevecchia sosta
l'anima
mesta
lungo
il cammino
il
cuore piccino
mentre
il mondo
come
un girotondo
gira
e gioca
una
luce fioca
musei
e teatri
i
vecchi aratri
ottanta
casali
attenuano
i mali
puledri
e cavalli
laghi
di cristalli
ricerca
nel passato
l'angolo
visitato
il
tempo s'è fermato
sono
rinato
come
la natura a primavera
bramo
la vita vera...
di
Giuseppe Serrone
scritto
a Cortevecchia l'8 aprile 2006
Bibliografia:
opuscolo:
"Cortevecchia. Azienda biologica, zootecnica faunistica
venatoria agrituristica Cinque Spighe".
opuscolo:
"Benvenuti a Cortevecchia".
Le foto
utilizzate sono di proprietà dell'azienda.